Come abbassare l'omocisteina alta?

Pubblicato il 07/06/2022 - Nella categoria Ultime notizie

L’omocisteina è una sostanza che va costantemente controllata per il buon funzionamento del nostro organismo. Ecco quando preoccuparsi e come intervenire per abbassarla.

Valori alti di omocisteina nel nostro sangue possono rappresentare un campanello d’allarme per quel che concerne la carenza di vitamine all’interno del nostro organismo alla quale può far seguito il nascere di malattie e problemi anche gravi. Questo aminoacido solforato non proteico, infatti, è presente nel nostro corpo in basse quantità e, insieme alla glicina e all’acido glutammico produce il glutatione, un antiossidante fondamentale per la nostra salute grazie alla sua azione di contrasto dei radicali liberi che interferiscono negativamente sul nostro sistema immunitario. Una concentrazione elevata di omocisteina è quindi collegata all’ipovitaminosi che può portare a un abbassamento delle proprie difese e l’insorgere di alcune patologie o disturbi che possono interessare diversi apparati, da quello cutaneo a quello cardiovascolare (il più a rischio), dal sistema digerente a quello nervoso

Quando preoccuparsi in caso di omocisteina alta

Non essendo correlata a sintomi particolari, un eccesso di omocisteina può essere ravvisato unicamente attraverso un semplice esame del sangue specifico. Parallelamente, però, possiamo considerare questo tipo di disturbo qualora fossimo in presenza di alcune particolari circostanze che riguardano la salute del nostro organismo. 

Tra queste c’è sicuramente la sensazione di stanchezza e spossatezza, alle quali si aggiungono vertigini e mancanza di appetito, seguite da diarrea, maggiore predisposizione alle influenze stagionali, così come pallore nel viso e intorpidimento degli arti superiori ed inferiori. Per essere certi quindi di essere in presenza di valori alti di questo aminoacido, il cui termine medico è iperomocisteinemia, non c’è altra soluzione che sottoporsi agli esami di laboratorio per verificare prontamente così da poter intervenire ed evitare l’aggravarsi della situazione che potrebbe in ultimo portare all’insorgere di patologie come ictus, embolia polmonare, aterosclerosi e trombosi. 

In linea generale, le principali cause dell’omocisteina alta sono riconducibili a una carenza di vitamine e folati che è conseguente a uno stile di vita sedentario, eccesso di fumo ed alcol, infezioni o attacchi parassitari nell’intestino, ma anche fattori genetici, malattie autoimmuni o terapie farmacologiche. Anche la gravidanza può essere un fattore determinante in quanto la gestazione assorbe grandi quantità di acido folico

Le analisi del sangue: come comportarsi?

Come precedentemente detto, per controllare eventuali livelli alti di omocisteina è necessario effettuare un’analisi del sangue specifica, precedentemente prescritta dal proprio medico curante qualora ravvisasse i sintomi prima elencati o semplicemente per fare uno screening sul proprio stato di salute, anche a livello neonatale. Il test per l’omocisteina, oltre al prelievo di sangue, prevede in alcuni casi anche l’analisi delle urine, così da stabilire con maggiore accuratezza i livelli di questo aminoacido sia a livello di concentrazione plasmatica che, per l’appunto, urinaria. 

Le altre motivazioni per cui si ricorre a questo test sono per controllare i livelli delle vitamine B (in particolare b12 e b6) e dell’acido folico, o per controllare il buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare e prevenire eventuali patologie correlate.

Affinché le analisi possano dare un risultato affidabile è consigliabile che, prima di prelevare il campione venosa, venga rispettato un periodo di digiuno di 10-12 ore. In alcuni casi, infatti, un pasto ricco di proteine potrebbe modificare i reali valori dell’omocisteina e compromettere l’esito. 

Quali sono i valori dell’omocisteina alta

La concentrazione dell’omocisteina nel nostro sangue è solitamente molto bassa, in quanto viene metabolizzata attraverso l’azione delle vitamine B6 e B12 e dell’acido folico, motivo per cui la carenza di queste sostanze è spesso associata all’iperomocisteinemia. I valori considerati normali sono compresi tra 5 e 13 micromoli per litro, con la quantità ottimale rappresentata da 7 micromoli per litro.

Attraverso il test dell’omocisteina su un campione di sangue e urine è possibile fare una classificazione sul livello di rischio, suddivisa in tre classi:

  • In presenza di valori compresi tra 16 e 30 micromoli per litro siamo nella classe di rischio moderato
  • Se i valori sono tra 31 e 100 micromoli il rischio è medio.
  • Con un valore maggiore di 100 micromoli il rischio è definito severo.

Come abbassare l'omocisteina con la dieta

Prima di illustrare la corretta alimentazione per abbassare i valori alti dell’omocisteina nel nostro sangue, è bene sottolineare quali sono gli alimenti che ne favoriscono la formazione che avviene attraverso il metabolismo di un altro aminoacido, vale a dire la metionina, presente prevalentemente nei latticini, nei legumi, nelle uova e nella carne. 

La dieta che consente di ridurre la concentrazione dell’omocisteina deve essere composta da quei cibi che contengono le vitamine del gruppo B (B12 e B6) e l’acido folico e non deve comprendere gli alimenti che, diversamente, ne causano un innalzamento come i grassi saturi (burro, cibi fritti, formaggi grassi, etc.), prediligendo invece quelli ricchi di fibre, il pesce (in particolare quello azzurro) e i grassi mono (come l’olio d’oliva)

Una dieta per integrare al meglio queste vitamine e abbassare l’omocisteina deve quindi considerare il consumo dei seguenti alimenti:

  • Verdura a foglia verde: cime di rapa, spinaci, broccoli, rucola, cavoli, barbabietola, lattuga, radicchio etc. Sarebbe meglio lasciarla cruda così che non possa perdere le sue proprietà nutrizionali;
  • Legumi: piselli, lenticchie, fagioli e ceci;
  • Frutta: arance, mele, kiwi, limoni, fragole, melone e avocado;
  • Frutta secca: mandorle, noci e pistacchi;
  • Carne di pollo, maiale e bovina (non eccedere nel consumo quotidiano di carne rossa, massimo due volte a settimana), preferendo in ogni caso le carni magre, come il tacchino;
  • Cereali integrali;
  • Uova e latte;
  • Pesce.

In linea generale è sempre meglio evitare gli alimenti a lunga conservazione o raffinati e prediligere quelli freschi. Allo stesso modo è consigliato che in ognuno dei tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) siano presenti almeno uno dei cibi sopraelencati. Da evitare anche l’eccessivo consumo di alcol e caffeina, così come quello del fumo, perché inficiano sul corretto assorbimento di queste vitamine. Anche il sale deve essere utilizzato in modo moderato, sostituendolo con altre spezie. 

Nei casi in cui la dieta non sia sufficiente a ristabilire i corretti valori dell’omocisteina, si possono utilizzare anche degliintegratori specifici di acido folico e vitamine del gruppo B per apportare al nostro organismo le sostanze fondamentali per ridurre la sua concentrazione nel sangue ed evitare il rischio di malattie cardiovascolari.